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Tutte le popolazioni polinesiane quali gli Hawaiani, i Tahitiani, ma anche i Maori della Nuova Zelanda, che abitano il grande triangolo del Pacifico, hanno tatuaggi con tratti, soggetti e impostazioni simili, anche se non uguali.
Tutti i Polinesiani discendono dai Lapita, che sbarcarono a Rapa Nui tra il 600 e l'800 d.C. L'iconografia Rapa Nui è caratterizzata dalla valorizzazione delle forme geometriche (linee parallele che gli abitanti dell'isola portano sulle gambe e sulle braccia). Caratteristica è la ripetizione serrata di linee parallele: danno quasi l'impressione che chi le porta sulla pelle indossi dei collant! Nonostante i tatuatori dessero primaria importanza ai tatuaggi facciali - il viso era considerata la parte più sacra del corpo - anche i corpi erano completamente coperti di disegni.
Quella del tatuaggio è una pratica antichissima che si gioca sul concetto di soglia: se la pelle è il confine tra il dentro e il fuori dell'Io, i segni tatuati, in quanto tracciati sul corpo, delineano il limite tra natura e cultura.
La pratica del tatuaggio in Polinesia ha radici ancestrali e profonde, testimoniate dal mito della sua prima creazione. Secondo i Polinesiani, infatti, a disegnare il primo tatuaggio sarebbero stati i due figli del dio Ta'aroa, nel tentativo di conquistare il cuore di una ragazza imprimendo lo splendore sul loro corpo.
Secondo il racconto del capitano Cook, per incidere la pelle venivano utilizzati ossi appuntiti, o anche denti di animali. La pelle veniva poi ricoperta con una miscela oleosa e nero-verdastra ricavata dal carbone di una pianta locale. Il risultato era un segno indelebile che esprimeva complessi codici di senso: ci si tatuava fin da bambini per esprimere la propria identità, il rango, lo stato civile, la propria vicinanza agli dei, l'appartenenza a un clan.
Lo stile polinesiano puro ha origini alle isole Marchesi e i soggetti e le forme sono ricorrenti. C’è il geco, animale dotato di poteri sovrannaturali e temuto dalle popolazioni indigene. Quando ride, a fauci spalancate, si dice che porti con sé un periodo di malattia e mala sorte. Lo squalo è considerato sacro ed è usato come simbolo di protezione dalle minacce, mentre la tartaruga è simbolo di vita lunga e fertilità e il delfino incarna la saggezza. Le conchiglie sono simbolo di prosperità e si pensa che fossero la prima moneta utilizzata. Il Tiki è invece una divinità locale spesso raffigurata con gli occhi chiusi: si dice che sia in grado di intuire i problemi ed i pericoli e la sua rappresentazione tatuata simboleggia la protezione.
Ancora oggi gli artisti tatuatori polinesiani invocano la benevolenza delle due divinità e conservano una loro effigie nei loro laboratori.
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